10.12.2024

Quattro chiacchiere con Franz Burri, allevatore di tori a Dagmersellen (LU)

«Se tutto procede come previsto, quello che entrerà nel ring per il mercato di gennaio sarà il nostro 200° toro da riproduzione.»

Elia, Anita e Franz Burri gestiscono insieme l'azienda agricola (da sinistra a destra). (Foto: messo a disposizione)

Franz, da molti anni presenti e vendi i tuoi tori sui mercati riservati alle razze da carne. Come sei giunto a questa attività?

L’allevamento è il mio pallino, credo di avercelo un po’ nel sangue. Idem per mia moglie: siamo cresciuti entrambi in aziende agricole di produzione lattiera. Quanto a me, ho seguito il mio apprendistato in aziende di allevamento. La nostra azienda, che abbiamo acquistato nel 1990, aveva poche lattifere, quindi ci siamo concentrati sin da subito sulla carne. All’inizio producevamo semplicemente Natura-Beef e ci divertivamo a selezionare belle fattrici. Poi altri allevatori della regione attivi nello stesso settore si sono messi a chiedermi di selezionare un toro per loro, ossia di non castrare l’animale. È così che è iniziato tutto.

La tua azienda si concentra sulla razza Limousine. Perché questa scelta?

Come la maggior parte dei colleghi, negli anni Novanta avevamo iniziato con la Angus. Però in seguito ho avuto modo di recarmi più volte in Francia assieme a Jean-Paul Oppliger, il grande promotore della Limousine in Svizzera. Ho visitato la regione eponima e sono tornato innamoratissimo di questa razza. Il Limosino è una regione con caratteristiche simili alla nostra, gli animali sono di corporatura media, vivono al pascolo – anche su pendii ripidi – e danno una carne assolutamente fantastica.

 

Dicembre 2004: Franz e Elia posano orgogliosi accanto al loro campione (foto: Anita Burri)

Qual è stata la tua prima vendita al mercato dei tori?

Correva l’anno 1998 e nel padiglione del mercato coperto di Brugg-Windisch abbiamo venduto ben due tori, Jepson e Simba. Ma io bazzicavo nei mercati di tori già da un po’. Nel 1987 ne avevo visitato uno in compagnia di uno dei miei docenti di apprendistato, un pioniere dell’allevamento di vacche madri.

Quindi hai vissuto in prima persona tutta la storia dei mercati riservati ai tori da carne?

Proprio così. Fino alla primavera 2003 i mercati di tori si tenevano nel centro di Brugg-Windisch, poi nel settembre dello stesso anno si è passati all’Arena VIANCO di Brunegg. Il nostro Desperado è stato il primissimo messo in vendita nel ring dell’Arena. Ha strappato il titolo di campione ed è stato acquistato da Swissgenetics. Per noi è stato un grande momento.

E nel gennaio 2025, per il 100° mercato di tori, entreranno nel ring anche capi provenienti dalla vostra azienda?

Se tutto procede come previsto, quello che entrerà nel ring per il mercato di gennaio sarà il nostro 200° toro da riproduzione. Un anniversario importante anche per la nostra famiglia.

Che cosa è importante nell’allevamento di tori?

Innanzitutto ci vuole spazio. Poi bisogna gestire bene gli effettivi. Attualmente teniamo i nostri circa 150 capi suddivisi in sei o sette gruppi. Bisogna riflettere bene su quali animali tenere insieme e quali no. E anche pianificare, decidendo ad esempio se un gruppo di manze vada coperto mediante monta naturale oppure quali vacche vadano inseminate con seme esterno, di tori svizzeri o per esempio francesi.

Quali sono i vostri obiettivi zootecnici?

Vogliamo allevare tori per i quali vi sia domanda sul mercato. A mio parere, il futuro risiede negli animali naturalmenti acorni, in quanto comportano un rischio nettamente inferiore di incidenti, sia nelle stalle a stabulazione libera sia al pascolo. Allo stesso tempo, non vanno trascurate caratteristiche quali la facilità del parto e la produzione di latte, che purtroppo entrano in contrasto, almeno in parte. Sfortunatamente, alcune delle nostre prime vacche nate acorni hanno avuto parti molto difficili. Quindi è importante disporre di un’ampia diversità genetica. E non va dimenticato il carattere: si tratta di un criterio al quale viene anche attribuito un valore zootecnico, ad esempio in Francia, e che è molto prezioso nella selezione dei tori.

C’è un toro di cui andate particolarmente fieri?

Del centinaio di tori di nostra selezione , Palermo è senz’altro, per noi, il più speciale.

Perché?

Palermo è stato acquistato come giovane campione al mercato dei tori da un allevatore romando, nella cui azienda ha generato un centinaio di vitelli. Sembra che la moglie dell’allevatore gli abbia detto: «se vendi Palermo, me ne vado anch’io». Rende l’idea dell’affetto che i suoi proprietari provavano per lui! L’allevatore in questione ha trovato una buona soluzione per evitare che la moglie lo lasciasse e per effettuare comunque la necessaria sostituzione di toro… vendendo Palermo al suo vicino di casa. In quell’azienda Palermo ha generato un altro centinaio di vitelli. Dopo qualche anno lo abbiamo riacquistato noi, impiegandolo durante un breve periodo nella nostra azienda, per la monta naturale. Poi lo abbiamo rivenduto a un produttore Natura-Beef delle vicinanze. L’anno scorso ha ricevuto il Gold Award di Vacca Madre Svizzera, ossia il più alto riconoscimento per un toro da carne.

I tori di razza Limousine hanno già riservato alla famiglia Burri molti riconoscimenti. I Burri vanno molto fieri di Palermo, incoronato campione in occasione del mercato organizzato nel settembre 2014. (Foto: Vacca madre Svizzera)

Potete davvero andarne orgogliosi! Secondo te, quali sono i fattori che vi hanno aiutati ad allevare con successo tori di qualità come Palermo?

Decisive sono, direi, la gioia di lavorare con gli animali e la grandissima passione per l’allevamento. Mia moglie ed io ci investiamo moltissimo in questa attività e inevitabilmente abbiamo coinvolto i nostri due figli sin da quando erano piccoli. Anche il tempo è un fattore importante. Abbiamo iniziato a selezionare tori solo quando nostro figlio Elia ha presentato il suo primo toro nel ring – all’epoca aveva 10 anni. Elia ha sempre trascorso molto tempo con gli animali, accudendoli e addestrandoli. È lui che si occupa di gran parte del lavoro necessario per abituare i tori ad essere condotti alla cavezza. Ma non bisogna dimenticare la fortuna: per il successo occorre un pizzico anche di quella.

Quale ruolo ha avuto tua moglie in tutti questi anni?

Mia moglie è il sostegno dietro le quinte. Inoltre fotografa e documenta tutto. È solo grazie al suo archivio che sappiamo che quello destinato alla vendita in occasione del mercato di gennaio sarà il 200° toro dei Burri!

Una vera e propria impresa di famiglia. In bocca al lupo a tutti voi e buon divertimento per il mercato di gennaio – con tanti auguri di successo ai vostri tori!

L’allevamento di vacche e tori di razza Limousine sta a cuore a tutta la famiglia Burri (foto messa gentilmente a disposizione)

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La aziena di Dagmersellen ha 31 ettari di terreno agricolo e 5 ettari di foresta.

Insieme alla moglie Anita e al figlio Elia, Franz Burri gestisce 5 ettari di foresta e 31 ettari di superficie agricola utile a Dagmersellen (LU). Il 12% dei terreni è destinato alla promozione della biodiversità. La maggior parte dei terreni è in forte pendenza e fornisce l’erba per 55 vacche madri con i loro vitelli, 20 manze e 15 torelli. Sui terreni del fondovalle l’azienda produce fieno, insilati e un po’ di mais (2,5 ha) per il foraggio invernale.

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Franz Burri è orgoglioso dei suoi bellissimi animali da riproduzione. (Foto: Anita Burri)

Le principali attività dell’azienda sono l’allevamento e la vendita di animali vivi nonché la vendita diretta di prodotti Natura-Beef.

Franz Burri collabora anche con VMS in qualità di esperto e segue apprendisti in formazione.